(517) Karate

karatè s. m. [dal giapp. karate, propr. “a mano (te) vuota (kara)”, cioè disarmata]. – (sport.) [tecnica di lotta e arte marziale, sviluppatasi in Giappone nel 16° sec., praticata come mezzo di difesa, in cui i colpi sono portati con la mano aperta a coltello o col piede] ≈ ⇑ lotta giapponese.

Il concetto di mano vuota e quindi disarmata mi piace, mi fa pensare a quanto una mano vuota può fare. Praticamente tutto. Questo concetto trasportato in una tecnica di lotta fa ribaltare la situazione per renderla arma. Cosa può fare una mano armata? Può colpire, per bloccare provvisoriamente o per sempre, ovvio. Non è molto, vero? Non è che la mano armata possa fare altro se non usare l’arma di cui dispone. Siamo d’accordo che se ti può salvare la vita è la benvenuta, eh!

Certo, nel karate c’è una risposta all’offesa, quindi una reazione a una aggressione, e questo sistema le cose. Va bene.

Se, però, ritorno al concetto di mano vuota allora mi vengono in mente immagini che possono e sanno riempire il cuore: la mano vuota che stringe un’altra mano vuota, per esempio. La mano vuota che si riempie di acqua per dissetare qualcuno, oppure la mano vuota che accarezza la terra o il viso di una persona cara, oppure la mano vuota che tasta la consistenza di un tessuto o un alimento… la mano vuota si può riempire, ma non per questo risulta armata, e come si riempie si può svuotare. Semplice. 

Se la mano armata decide di svuotarsi, non può che provar sollievo, sarà libera di fare molte molte molte buone cose, per sé e per gli altri. E se lei è libera non ha motivo per covare odio verso nessuno, una vera rivoluzione! Glielo diciamo?

 

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