(681) Mondo

Una volta era più piccolo, poi ha deciso di farsi tondo anziché piatto, di farsi dettagliato anziché blandamente abbozzato e noi abbiamo perso la bussola.

Colpa degli avventurieri, degli esploratori, dei conquistatori. Colpa delle mappe, colpa delle sonde spaziali, colpa di Google Maps. Ora il mondo è enorme. Enorme e pieno di cose, oltre che di persone, talmente pieno che ne hai abbastanza di un paio di documetari per sentirti padrone di terre lontane, prima sconosciute e ora decisamente alla tua portata – oplà! Colpa del National Geographic e anche di Piero e di Alberto Angela, perché quando è troppo, è troppo.

E ‘sto fatto di andarsene in giro, di usare i piedi, le bici, le moto, le auto, gli aerei, le barchette, le canoe, le navi, i transatlantici… che abitudini sono queste? Dovremmo essere ancorati al suolo con radici massicce, come quelle di un baobab, altroché! Almeno così si eviterebbe di andare a rompere le scatole a casa degli altri. Si nasce, si vive e si muore nello stesso posto. Niente incroci di razze, di tradizioni, di usi e costumi. Niente di niente.

Alla fine internet va bene, ti puoi guardare le cose che ti interessano senza muoverti di un passo e capire tutto. C’è Wikipedia e ci sono i Social, no?

Quando il mondo è troppo, davvero troppo, non possiamo far altro che rimpicciolirlo. Lo facciamo diventare piatto. Da qui a lì. Lo si può percorrere con lo sguardo, a spanne, e togliere tutto il superfluo. Togli quello che non ti interessa, togli quello che ti disturba. Fai pulizia. Spazzi gli angoli del tuo mondo piatto e ci pattini sopra senza impedimenti. Semplice.

Ma se ami i tuoi piedi perché ti portano gagliardi da una parte e dall’altra, se non soffri il mal d’auto o il mal di mare o il mal d’aria, se non ti spaventano gli incroci e le contaminazioni, se sei una persona rispettosa dei luoghi che non ti appartengono e degli usi e costumi di chi è diverso da te… allora l’enormità del mondo la vorresti abbracciare ad ogni respiro, la vorresti percorrere con la mente e con il corpo senza perderti neppure un passo, e scivolare sulla sfera come un acrobata diventerà la tua filosofia e la tua sola ambizione. Le radici te le porterai dentro, ringraziando ogni baobab che incontrerai sulla tua strada perché le scelte degli Esseri Viventi sono sacre, anche quelle che non capisci.

Il mondo era piccolo, ora è enorme. Un’enorme benedizione. Svegliamoci!

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(490) Giostra

Da ragazzina amavo le giostre, soprattutto il calci-in-culo e il tagadà. Quando ero proprio piccola andavo sul brucomela con mia sorella e nostra nonna, quella che rideva più forti di tutti era proprio la nonna (uno dei ricordi più belli che ho). Ora girare intorno mi dà sui nervi, non ci trovo uno scopo e senza un fine la mia capacità di divertimento si riduce a zero. Lo trovo orribile, ho perso la capacità di divertirmi soltanto per il gusto di divertirmi. Che brutta cosa, cavoli.

Il punto di questo mio Giorno Così, però, è un altro: fare le cose tanto per fare è una grandissima e stupidissima perdita di tempo. Fallo perché ti diverte, fallo perché ti interessa, fallo perché ti piace, fallo perché ti fa guadagnare soldi, fallo perché ti fa sentire vivo, fallo perché ti fa arrivare a qualcosa di meglio… insomma, fallo per un motivo, non così ad minchiam. Se devi occupare il tempo e basta, dormi… che di ore di sonno difettiamo tutti, santiddddddio!

Girare in tondo in giostra lo fai quando hai tanto tanto tempo davanti a te, quando ti sembra che vivrai per sempre, oppure quando quella gioia non la troveresti da nessun’altra parte. Insomma, bisognerebbe pensarci, farci caso, domandarsi davvero il perché delle cose. Si rischia di girare in giostra convinti di volerlo fare, di divertirsi e alla fine non combinare nulla di meglio soltanto perché non ci siamo mai chiesti un semplice e stramaledetto perché.

Va bene, sto diventando vecchia e acida, me ne rendo conto, ma i perché danno profondità al nostro vivere le poche ore che abbiamo a disposizione… perché toglierci questo privilegio vivendo zombizzati? Perché?

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