(449) Deontologia

Non tollero un testo scritto con i piedi, il che significa senza criterio, senza logica, senza cura, senza anima. Se c’è anima, ma è di scarsa consistenza, non vale.

Non tollero un parlare violento, che è la conseguenza di un pensiero violento. Se mantieni un tono mellifluo, ma il senso di quello che dici è comunque violento, non vale.

Non tollero il millantare conoscenza che non si possiede, che è la risultanza di una posizione mentale arrogante. Se fingi di abbassarti ai miei livelli per poter conversare con me, ma il tuo sguardo supponente non riesci a frenarlo, non vale.

Non tollero il fare a metà, il fare tanto per fare, almeno quanto il dire a metà e il dire tano per dire. Se fingi disponibilità e generosità, ma il tuo cuore è arido, non vale.

E la lista potrebbe continuare per un bel po’, più ci penso e più si allunga. Questo fa di me un’estremista del senso etico? Forse. Sarebbe preoccupante se fossi convinta di attenermi fortemente a queste regole, perché a volte mi scappa qualcosa che non va bene e poi lì a darmi giù bastonate morali ripetendomi “fake fake fake!”.

Eppure, ho scelto di fare un mestiere che è strettamente legato al dire, al fare, al sentire, all’essere, al conoscere, al sondare, all’onestà di pensiero. La sua guida mi aiuta a essere una persona migliore, il più delle volte. Grata alla deontologia professionale che ho abbracciato molti anni fa, posso cadere e ricadere, ma non per restare a terra. Credo che questo faccia la differenza. Anzi, questo fa la differenza per me. E mi basta.

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(108) Leggere

Tanto tanto tanto tempo fa sognavo di possedere un potere speciale. Mi interessava così tanto l’Essere Umano (nella fattispecie la sua mente e il suo spirito) che espressi il desiderio di poter leggere il suo animo..

Bacchette magiche e incantesimi non sarebbero bastati, lo sapevo già, anche se ero molto molto molto molto giovane. Lo sapevo già.

Quindi iniziai con il farmi terreno fertile per l’intuizione. Misi in allerta tutti i sensi per imparare, ascoltando e osservando, chi mi stava attorno e cercare di carpirne pensieri e desideri.

Non era mia intenzione varcare la soglia dell’intimità del mio prossimo, ma era conseguenza inevitabile. Anche se il mio interesse era quello di farli stare bene, invadevo silenziosamente territori che non mi appartenevano. Conscia di questo io stessa divenni per gli altri terra off-limits: promisi a me stessa che nessuno avrebbe mai invaso i miei pensieri e i miei sentimenti.

Mantenni la promessa in modo quasi del tutto coerente, caddi un paio di volte nella trappola di chi pensavo fosse pianeta affine e l’errore mi costò caro.

Nel frattempo, però, ebbi modo di sondare perfettamente la mia terra e mi scoprii molto molto molto molto simile a chi avevo incontrato e sondato nei miei anni di studio. Caddero colonne di pregiudizi e di egoici marasmi interiori. Fu come liberarmi per rimettermi in pari con l’Umanità.

Leggere i libri perfeziona il mio studio degli Esseri Umani. Solo che non invado alcun territorio, mi faccio invece conquistare. Senza correre alcun rischio, per di più.

Impagabile libertà.

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