(307) Note

Le note si scrivono. Le note si suonano. Le note si intonano, come un bel maglione con il colore dei tuoi occhi. 

Quando ti impedisci di suonarle, le tue note, non la prende bene il tuo corpo e neppure la tua anima. Si crea un fraintendimento doloroso, come se il messaggio fosse sporco di un sottotesto crudele: “Non ti ascolto, non ti presto attenzione, non ti reputo importante per fermarmi un po’ con te e ascoltarti”.

Una dichiarazione di guerra, sembra, vero?

Ci sono stati giorni, lunghi anni e forse un decennio, in cui avevo smesso di notare le note, quelle che mi cadevano dalle mani, quelle che spandevo attorno a me come se le scorte non dovessero finire mai. Poi mi sono spaventata, quando anche a cercarle non riuscivo a farle risuonare dentro di me, sparite. Un corpo vuoto, senza eco, un’anima vuota senza riverbero vitale. Mi sono spaventata.

Mi auguravo che non fosse una condizione irreversibile, ho lottato affinché non lo fosse. Ora ho la sicurezza che non lo era. Ho note, nel corpo e nell’anima. E mi sto annotando tutto, tutto per bene per non dimenticarmelo la prossima volta che la realtà mi frusterà, la prossima volta che sarò schiacciata al suolo.

Note note note note note… è una questione di musica e non ce n’è per nessuno.

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