(420) Nanosecondo

Precisamente il tempo che mi ci vuole per capire come girerà la cosa. L’illuminazione è questione di un istante, lo sanno tutti, anche quelle di settore (quella generale mi è ancora preclusa) e se ti applichi può avverarsi con regolarità e una certa sostanza.

Ci sono state circostanze nelle quali, per una serie di dubbi sul mio efferato sesto senso, sono passata oltre, ho registrato i segni ma senza volermici troppo soffermare. Pudore? Speranza? Dabbenaggine? Non lo so, forse un po’ di tutto questo e anche altro. Fatto sta che poi le ho pagate care certe scelte troppo fiduciose partendo da evidenti presupposti malsani.

Se ripenso a ognuna di queste posso indicare con certezza assoluta l’istante di consapevolezza che poteva salvarmi dalle rovinose conseguenze. Quel nanosecondo benedetto che io ho guardato con candore e che ho ignorato, invitandolo a ripresentarsi più tardi. Diamoci una chance, mi dicevo. E sbagliavo.

Non sono più così pudica o illusa o scema, credo, perchè ora quel nanosecondo me lo tengo ben vicino e me lo curo finché non decido il da farsi. Che a volte basta anche non fare niente e già la non decisione può cambiare tutto. Sono certa che ogni Essere Umano abbia un numero impressionante di nanosecondi di illuminazione su cui contare, solo pochi sanno coglierli. Basterebbe dar loro retta, in effetti, però ci vuole coraggio. E un po’ di arroganza. E un po’ di facciatosta. E un po’ di diplomazia. E un po’ di macchisenefotte.

Ci si arriva col tempo, molto probabilmente, ma conviene imparare in fretta.

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