(999) Imbarazzo

Stamattina parto da casa, check mentale per essere sicura di avere preso tutto, e arrivo in ufficio. Non ho le chiavi. Dove sono? A casa.

Non ci sono molti modi per dirlo: sono del tutto rincoglionita. 

Per quanto io riesca a fare mente locale, c’è sempre qualcosa che mi sfugge e non me la cavo sempre bene nel metterci le toppe. E ci sono volte, come oggi, dove mi guardo e provo imbarazzo per me stessa. Ma a cosa stavi pensando, Babs?! Non lo so, immagino a niente, o a tutto in contemporanea. Immagino che la mia testa prenda vie che non conosco e che non sempre mi rivela. Immagino che certi dettagli di solida realtà rimangano nascosti chissà dove perché troppo pesanti per portarmeli in giro e quindi li dimentico. Immagino.

Immaginare è la cosa che mi viene meglio. Imbarazzante.

Partire per andare a un concerto e lasciare i biglietti sulla scrivania, trovare le chiavi di casa in una borsa e perderle dopo neanche dieci minuti, uscire con l’ombrello e ritornare senza, rispondere gentilmente “sì, certo” e rendersi conto di non aver ascoltato la richiesta… cose così. Imbarazzante.

Ora, non credo che le cose miglioreranno nel tempo, al massimo andranno a peggiorare, ma forse mi posso consolare con tutte le cose che ricordo. Voglio dire ne ricordo molte di più di quelle che dimentico. Anche perché quelle che dimentico le ho oggettivamente dimenticate, quindi non fanno testo. Se dovessi fare una lista di tutte le cose che ricordo non mi basterebbero mille quaderni, che diavolo pretendo dalla mia mente?

Ecco, come riesco a sistemare le cose io – nell’indulgere con i miei vuoti – nessuno. 

Imbarazzante.

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(454) Contorno

In un piatto, il contorno è pensato per dare risalto alla pietanza principale. Solitamente il contorno deve volare basso, non può avere pretese da superstar perché ciò che deve risultare indimenticabile è il protagonista della ricetta e nient’altro. 

Il contorno fuori dalla cucina ha più agio di mostrarsi, potrebbe essere che in un evento sia il contorno a motivarci a restare o ad andarcene, e il main character può anche andare a farsi friggere.

Penso che sia abominevole considerare poco rilevante il contorno, gli stiamo proprio facendo un torto. Valutando che ognuno di noi lo è stato di contorno, in più di un’occasione, possiamo empatizzare con lui e comprendere come ci si sente a essere considerati un di più. Se ci sei bene e se non ci sei bene lo stesso. E no! Ragionando così va tutto a remengo, ce ne vogliamo rendere conto o no?

Prendi una cotoletta alla milanese: senza cotoletta niente milanese, ovvio, ma senza patatine fritte che tristezza sarebbe?

Prendi un concerto di Vasco: senza Vasco non c’è concerto, ovvio, ma senza i fans adoranti che concerto sarebbe?

Prendi lo Stato Italiano: senza Governo non c’è Stato, ovvio, ma senza i cittadini che diavolo di Stato sarebbe?

Potrei continuare con dieci milioni di esempi diversi, ma il risultato non cambierebbe: il Contorno fa la differenza, il Contorno ha potere quanto il protagonista, il Contorno può – con un colpo di coda – trasformarsi nella superstar della situazione. Lo vogliamo capire una buona volta?!

Se dessimo a Cesare quel che è di Cesare e al Contorno il rispetto che di default gli è dovuto, secondo me, potremmo cambiare le sorti del nostro Destino in men che non si dica. E il Contorno saprà esserci riconoscente, perché lui è un tipo umile, che fa bene il suo lavoro anche senza ricevere premi, e che sa che a fare bene ciò che si sa fare bene non si sbaglia mai. Diamine!

Contorno is the only rule!

 

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