(306) Commento

Tutti hanno sempre qualcosa da dire. Sempre e ovunque. Sul web e nella realtà quotidiana, tutti lì sempre a commentare qualsiasi cosa. Anche se non se ne sa niente di preciso, anche se non ci riguarda, anche se quello che vogliamo dire può offendere e ferire qualcuno.

Chissenefrega, io lo dico, è un mio diritto, questa è ancora una democrazia o no?

Ecco: per te che la pensi così vorrei rispondere NO. Perché non voglio leggere o ascoltare i tuoi commenti, assorbire il tuo veleno, cibarmi dei tuoi nonsense e pensare a quanto tu sia idiota. No, stai zitto. Zitto. La democrazia è un’altra cosa: è costruzione e non distruzione.

Al di là di questo, mi sono trovata mille volte provocata (in positivo e in negativo) da post su facebook o altrove dove mi scappava proprio di dire la mia. Eppure, ho saputo frenare l’impulso, rifletterci meglio per qualche secondo, prendermi un paio di bei respiri profondi e… rinunciarci.

Perché? Perché, in fin dei conti, del mio commento il mondo non se ne fa nulla. A chi potrebbe fregare di quello che penso degli spaghetti aglio-olio-peperoncino? O dell’accoppiamento delle ranocchie brasiliane dalla pancia nera?

Lo so io: N-E-S-S-U-N-O. Ed è sacrosanto che sia così. Chiudere la bocca per evitare di sparare idiozie o cose del tutto inutili e pure fastidiose è difficile, ma è necessario. Vitale!

Quello che poi resta di noi è soltanto l’opinione volatile di un istante, perché cambiamo spesso idea e perché la coerenza non sappiamo neppure dove sta di casa, è un dato di fatto. Quindi, in alto il pudore e teniamo il becco chiuso (almeno quando non sappiamo di cosa diavolo si stia parlando).

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