(1078) Piuttosto

Ho sempre pensato che offrire le condizioni migliori per far sì che una persona possa dare il meglio di sé sia la cosa giusta da fare. Lo penso ancora. Lo penso al 100%, credo sia l’unico modo per scoprire realmente la natura delle persone. È nel benessere, nella serenità che una persona si mostra davvero.

Quando si è sottopressione, quando devi sopravvivere, sei guidato dall’istinto e fai di tutto per cavartela in qualsiasi modo. Sorridi se sai che questo ti porterà beneficio, digrigni i denti se devi farti valere, insomma fai quello che devi fare per restare a galla, restare vivo.

Quando la tua vita non viene messa in discussione e sei tranquillo, allora e solo allora, decidi cosa fare e come reagire alle cose, alle persone, alle situazioni, in autonomia. Pensi e dici. Pensi e fai. Non hai interesse alcuno nel fare o nel dire, ti senti libero di agire e di mostrare chi sei e cosa vuoi perché sai che il tuo Essere non è minacciato e non viene messo in discussione.

La gentilezza è reale. La crudeltà è reale.

Quello che scopri delle persone quando si sentono intoccabili non ha prezzo. Il come rispondono a un gesto gentile o a un’aggressione ti dà l’esatta sostanza di quanto amore hanno dentro di sé e di quanto amore sono disposti a elargire al mondo che li circonda.

Ho le prove. Non mi sono mai sbagliata. E lo dico con tanta amarezza perché spesso è una sconfitta per aver riposto la mia fiducia dove non dovevo. Però il metodo funziona e ve lo consiglio fortemente. Meglio la verità, meglio avere ben presente la sostanza delle cose e delle persone, piuttosto che costruirsi una bugia e dannarsi l’anima per non farla sbriciolare miseramente al minimo sussulto.

‘notte.

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(378) Carote

Non immaginavo che carota avesse tanti sinonimi e addirittura in diversi ambiti:

carota /ka’rɔta/ [lat. tardo carōta, dal gr. karōtón]. – ■ s. f. 1. (bot.) [radice ingrossata della pianta omonima] ≈ Ⓖ (region.) pastinaca, Ⓖ (region.) radica gialla. ● Espressioni: fig., pel di carota [persona dai capelli rossi] ≈ fulvo, (region.) roscio, rosso. 2. (fig., pop.) [affermazione non vera] ≈ bugia, fandonia, frottola. 3. (geol.) [cilindro di roccia o di terreno estratto dal sottosuolo] ≈ campione, saggio, sezione. ‖ tasto. ■ agg. invar. [di colore rosso arancio] ≈ (non com.) aranciato, arancione. ‖ giallo.

Questo è uno dei tanti casi in cui benedico la mia curiosità. Una questione che ha a che vedere con la serendipità – tanto per fare un esempio – e che mi permette di scoprire. Tonnellate di cose inutili, è vero, ma tra tutte ci sono quelle che mi fanno fare un giro e mezzo torcendomi i pensieri. Non è cosa da sottovalutare.

Sapere che una carota non è solo quella che mi mangio sentendomi Bugs Bunny, ma è anche una bugia… bè… mangiarsi una bugia non è cosa da poco, no? Se ingoi, invece, un campione di roccia è tutta un’altra faccenda, giusto? Ok, sembra idiota, ma andiamo oltre alle parole, rendiamole vive, estraiamo dalle parole che conosciamo i significati che abbiamo sempre ignorato e riporteremo a galla anche pezzetti di noi che ci eravamo persi per strada.

Amo la mia lingua, amo tutte le lingue del mondo, anche quelle che si sono smaterializzate nel tempo portandosi dietro mondi difficilmente duplicabili. Le parole sono delle traduzioni, soltanto traduzioni dei pensieri, ma a volte possono essere così intense, piene, belle… da farci ammutolire. Scrivere una parola e darle voce sono due azioni che vivono autonome, ma quando si sposano rafforzano l’impatto e acquistano densità.

Tutte le carote che mi sono mangiata durante la mia vita non sono tutte frutto della terra, e dalla terra non è mai uscita una bugia che mi abbia ferito come succede troppo spesso dalla bocca degli uomini. Le parole nutrono, le parole uccidono. Le carote fanno bene alla vista, ma solo quelle che mangia Bugs Bunny.

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