(1039) Chiuso

A volte si ha l’impressione che basti chiudere per mettere tutto a posto. Non so se per gli altri funziona, con me funziona poco e male. Poco e male. Le cose non si mettono a posto da sole, solitamente mi richiedono parecchia fatica per sistemarsi, e mai troppo bene. Mai troppo bene. 

Ho chiuso diverse volte, pensando anche che fosse per sempre, ma mi sono sbagliata. Il per sempre è una conquista di pochi. Solitamente non mia.

Ho anche provato a non chiudere, ma non è andata meglio, è andata soltanto diversamente. Per un po’. Poi ho dovuto chiudere. Non sono fatta per le mezze misure, mi innervosiscono.

Tutto quello che è chiuso, però, fa venire voglia di riaprirlo, e non è mai una buona idea. Mai. Eppure ci si casca, si riapre, si piomba nella bruciante delusione e si richiude. Possibilmente sbattendo la porta, perché così scarichi un po’ di rabbia per essere stata un’idiota.

Tutto quello che è aperto rischia di venire chiuso. Se non lo chiudi tu e ci pensa qualcun altro non la puoi prendere bene, devi indossare i panni della vittima e farti venire una buona idea per raccontartela meglio. Non sempre funziona. Non sempre è possibile. Non sempre ti viene in mente perché sei troppo arrabbiata.

Il discorso se lo si fa scendere dal vago e generale e lo si indossa, non fa una grinza. Il punto è che tutti i giorni noi chiudiamo qualcosa e chiudiamo qualcuno fuori, e che non è detto che sia per sempre, ma pur sempre vuol dire qualcosa. E passarci sopra con leggerezza potrebbe non essere una cosa furba.

Chi sta fuori e chi sta dentro? Meglio fare la conta.

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(419) Wow

Lo penso spesso. In positivo e in negativo. Riferito al mondo che mi circonda oppure a quello che mi porto dentro. Lo stupore che si traduce con un Wow può prendere toni e colori diversi a seconda dell’oggetto a cui è rivolto.

Ci ho riflettuto seriamente e sono arrivata alla conclusione (provvisoria) che non sia una brutta abitudine, quella di stupirmi intendo, perché presuppone una certa apertura alla meraviglia. Nulla di cui andare fiera, è qualcosa che è parte di me e probabilmente ereditata dalla mia genitrice, ma è senza dubbio il presupposto che mi ha permesso di avvicinarmi alle storie. Quelle che mi vengono raccontate, ancor prima di quelle che io racconto.

La convinzione che l’Essere Umano sia portatore sano e insano di storie non mi ha mai abbandonata e non mi ha mai delusa. Quando ti aspetti una storia, quella arriva. Sicuro come il giorno e la notte. Arriva. Certo, la devi saper cogliere, ma se la aspetti allora i sensi ce li hai allertati per forza.

Le storie migliori sono quelle che ti lasciano piccole briciole di meraviglia da raccogliere mentre le attraversi. I colpi di scena fanno bene, certo, ma possono anche lasciarti l’amaro in bocca. Quando, invece, trovi una briciola dove non pensavi ci potesse essere… ti fermi, la raccogli e te la guardi.

Wow.

E chi ci pensava che qui avrei trovato questa cosa! E chi ci credeva che qui avrei trovato questa meraviglia! E chi ci sperava che qui avrei trovato questo piccolo balzo del cuore che mi ha fatto aprire gli occhi d’un colpo e trattenere il respiro!

Wow.

Auguro mille wow – mescolati belli e brutti – al giorno a tutti, a tutti. Quelli belli ti fanno amare la vita, quelli brutti ti fanno amare le altre cose belle della tua vita. Fare un confronto serve, aiuta. Tutti.

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