(317) Sbaglio

Si fa fatica ad accettare il nostro essere indotti immancabilmente all’errore. Si passa gran parte della nostra giovinezza a negare di aver preso decisioni sbagliate, finché quelle non ci seppelliscono, trovando sempre e testardamente le giustificazioni del caso. Raramente è colpa nostra, sempre degli altri.

Me misero, Me tapino, Destino Crudele! (cit. Paperon de’ Paperoni)

Eppure, quando la maturità sopraggiunge, anche palesandosi con un gran colpo in testa, e si riportano le cose al buonsenso e a una certa misura di saggezza… ecco che ammettere di sbagliare, di aver sbagliato, di potersi sbagliare ancora e ancora e ancora… è un autentico sollievo!

Non faccio più fatica a dire: “Cavolo, mi sono sbagliata!”.

E questo cambia tutto. Non mi aggrappo ad una scelta fatta solo per non ammettere con me stessa di aver preso un abbaglio. Mollo e me ne vado. Non mi intigno ad aver ragione discutendo e filosofeggiando, arrampicandomi sugli specchi, solo per una questione di orgoglio (cit. “ne ha uccisi più lui che il petrolio” – Vasco Rossi).

No. Stai serena, ti sei soltanto sbagliata. Prenditi le conseguenze del caso e scegli ora di stoppare la valanga che hai messo in moto. Chiedi scusa, se è il caso, e cambia strada.

Al prossimo sbaglio sarà più semplice fermarsi, sarà più veloce rendersene conto, sarà più agile il cambio di direzione, sarà più lieve la botta all’orgoglio. E sarai più libero. Garantito.

Share
   Invia l'articolo in formato PDF   

Pubblicato da