(220) Xenofobia

xenofobìa (o senofobìa) s. f. [comp. di xeno- e -fobia, sul modello del fr. xénophobie]. – Sentimento di avversione generica e indiscriminata per gli stranieri e per ciò che è straniero, che si manifesta in atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi, senza peraltro comportare una valutazione positiva della propria cultura, come è invece proprio dell’etnocentrismo; si accompagna tuttavia spesso a un atteggiamento di tipo nazionalistico, con la funzione di rafforzare il consenso verso i modelli sociali, politici e culturali del proprio paese attraverso il disprezzo per quelli dei paesi nemici, ed è perciò incoraggiata soprattutto dai regimi totalitari.

Se lo sei non appartieni alla mia razza, ma non per questo ti odio. Il punto è che se lo sei per metà, per quella metà che ti fa comodo, allora non appartieni a nessuna razza se non a quella degli ipocriti. Allora sì che mi viene proprio da odiarti. Perché gestire il bello e il brutto, il buono e il cattivo, il giusto e lo sbagliato assecondando il tuo comodo mi fa davvero schifo.

Togliere dal mondo tutto quello che secondo i tuoi parametri non va bene equivarrebbe a togliere tutto e il contrario di tutto allo stesso tempo. Credo tu abbia bisogno di curarti, questo mondo è troppo per te e il tuo cervello.

Dopo questo sfogo, passo volentieri al pensiero successivo: non c’è niente di esterno a noi. Tutto quello che esiste ci appartiene, in un modo o nell’altro. Le fobie sono paure che sfuggono al nostro controllo e se così è dovremmo prenderci cura di noi stessi e venirne fuori. Non andando contro il resto del mondo, ma accogliendo il mondo dentro di noi perché è a lui che apparteniamo.

Come fai a stare bene con tutto l’odio che hai dentro? Povero te.

PS: no, la foto che accompagna questo post non è uno sbaglio, l’ho scelta apposta e, secondo me, lo capite senza bisogno che io ve lo spieghi.

 

 

 

 

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