(170) Ascolto

Se parlo non posso ascoltarti. Se mentre parli penso ad altro non ti sto ascoltando. Se non ti ascolto non so cosa mi stai dicendo. Se ti ascolto solo parzialmente, perché so già dove stai andando a parare, potrei sbagliarmi.

L’ascolto va al di là delle parole, si aggancia al significato che le parole accompagnano al silenzio. Ci sono le pause e le intonazioni. Ci sono gli accenti e le titubanze. Ci sono le parole che si ripetono e diventano ossessioni e ci sono concetti che a dirli in poche parole perdono sostanza trovandosi monchi.

Potrei scrivere dieci pagine sull’ascolto e averne ancora altre dieci che s’impongono alla tastiera e ancora non sarebbe abbastanza.

Una cosa non posso insegnare, a nessuno: ad ascoltare. Non posso impedirti di parlare sopra alle mie parole. Non posso importi di concentrarti su quello che sto dicendo, mentre ti sto parlando. Non posso farti arrivare quello che tu non sei pronto a ricevere o a cogliere. Non posso obbligarti ad attendere i miei tempi prima di trarre le tue conclusioni.

Una cosa sola posso: smettere di parlarti. Quando mi succede, quando succede che smetto, non c’è ritorno. E non mi dispiace affatto.

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